UNO MAGGIO TARANTO, LIBERO E PENSANTE

ARTICOLO WORK IN PROGRESS

E’ la mattina del Primo Maggio con in corso le attività di messa a punto dell’evento nonostante il pericolo che tutto salti a causa della situazione metereologica, gli artisti provano sul palco i brani, i tecnici sono all’opera e i fans si fanno strada per qualche esclusivo autografo. Le autorizzazioni ancora non sono arrivate e c’è una trepida attesa. Virginia Rondinelli del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ne parla con i Media intervenuti al Parco delle Mura Greche. Qualche simpatico siparietto con gli amici giornalisti per attenuare la preoccupazione, che comunque c’è.

Conferenza Stampa di presentazione evento

Pronti e decisi per l'evento nella Città Spartana per TarantoLibera

UNO MAGGIO LIBERO E PENSANTE. ROY PACI, MICHELE RIONDINO E ANTONIO DIODATO HANNO CONFERMATO CHE IL CONCERTO SI FARA'.

Il pericolo è passato, almeno per ora. Come abbiamo mostrato nel video relativo alla conferenza stampa nel Parco delle Mura Greche della Città Spartana, il Concerto si farà nonostante le condizioni meteo non siano delle migliori. Michele Riondino mostra l’autorizzazione arrivata da qualche ora che rasserena l’ambiente, dopo una mattinata di tensione. Anche l’amica Simona Rausy Fersini sorride e questo è un buon auspicio. Ad Maiora, ragazzi avanti tutta. 

BUON CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO TARANTO LIBERO E PENSANTE.

Gioia di vivere

Quando non pioveva succedevano cose bellissime nel Parco delle Mura Greche della nostra bellissima Città Spartana e sono continuate anche sotto la pioggia. Tanto entusiasmo e tanta voglia di vivere nonostante i problemi che abbiamo. 

Le denunce alla politica sul palco del UNO MAGGIO TARANTO

Valentina Petrini

La nostra emigrante scrittrice, giornalista, conduttrice televisiva, mamma, che ha lasciato la sua terra, la sua Taranto, ma che è in prima linea per difenderla e raccontarla al mondo. Grazie Valentina per tutto il tuo inesauribile impegno. Ad Maiora

Scrive su Facebook Valentina, pubblico il testo d’apertura di Uno Maggio Taranto Libero E Pensante

📌 Grazie a chi non ha avuto paura della pioggia e del fango.
📌 Grazie a chi ci ha seguito da casa nelle varie dirette trasmesse.
📌 Grazie a chi in serata, ieri, è corso a SpazioPorto per sostenere gli organizzatori e ascoltare il resto dei musicisti che a causa del maltempo non si sono potuti esibire sul palco
📌 Buona lettura, se vi va!
Thomas STOCKMANN – tratto da
Un nemico del popolo di Henrik IBSEN 1882 – è un medico che scopre l’inquinamento delle acque termali della sua città e lo denuncia, tira fuori le analisi, le rende pubbliche.
Peter STOCKMANN, suo fratello, il sindaco, l’insabbiatore, invece vuole fermarlo, farlo tacere, perché quelle Terme rappresentano il sogno collettivo di benessere. Non si può farne a meno, anche se produrranno malattia e morte.
Che pazzesca analogia con la storia di Taranto e di molte altre città industriali in Italia e nel mondo.
Perché abbiamo scelto nel decennale di Uno Maggio Taranto di aprire con questa citazione, prendendo in prestito la riflessione che Ibsen fa sul concetto di verità, di democrazia, di maggioranza democratica, evocando l’arringa di Stockmann in cui lui – parlando davanti ai suoi concittadini che gli puntano il dito contro per aver tentato di sabotare con le sue denunce il miraggio economico di prosperità che quelle terme, pur provocando morti e malattie, avrebbero portato – urla che la maggioranza non ha mai ragione ….
Per provocarvi. Per provocare. Sì, perché siamo dei provocatori. Innamorati della democrazia, tanto innamorati però da non accontentarci di subirla se zoppa.
Ibsen non scrive UN NEMICO DEL POPOLO per disprezzare la democrazia, la maggioranza, la sua è un’opera che denuncia cosa rischiano le società democratiche quando chi le guida è corrotto.
Rischiano di diventare una “bella società borghese costruita su una cloaca, su un pantano, sulla menzogna!”
Cos’è menzogna, cos’è verità. Io sono una giornalista, mi confronto ogni giorno con queste domande. Vedo la manipolazione, gli effetti della polarizzazione sulla società.
Se non esiste in ciascuno di noi ancora oggi una piena consapevolezza etica dell’importanza dell’ambiente, è sicuramente anche colpa nostra. Di noi giornalisti. 
Poi certo ci sono…”le incredibili porcherie combinate da chi sta ai vertici” parafrasando sempre Ibsen.
Ma per quanto ancora giustificheremo il nostro immobilismo dando la colpa ad altri? Il più pericoloso nemico della verità e della libertà, ha ragione il dottor STOCKMANN, “siamo noi, la maggioranza, la solida e compatta maggioranza, la maledetta maggioranza democratica”. Che fa finta di non vedere, non si batte per la tutela della cosa pubblica.
Per molto tempo mi sono ripetuta che il conflitto salute-lavoro non può essere risolto da chi quel conflitto lo vive sulla pelle. Oggi però quello slogan che ha attraversato decine di città industriali «Meglio morti di cancro che morti di fame»… Ecco, no, non lo giustifico più.
Oggi è Uno maggio, festa del lavoro. Quale lavoro? Ve lo siete chiesto? Quello dei rider? Dei facchini in sciopero per un buono pasto da 8 euro? Delle prestazioni H24? Del ricatto salute-lavoro? Dei salari da fame? Delle discriminazioni di genere?
Essere donna è ancora un ostacolo oggettivo. Così come essere povero, precario, migrante, omosessuale. Diverso…
Sono passati dieci anni dalla prima volta che ci siamo visti qui. In questi dieci anni sono accadute tante cose. Il mondo brucia, è circondato da guerre. La povertà è aumentata, la forbice della diseguaglianza pure.
Dieci anni in cui chi non è stato capace di risolvere il conflitto tra salute e lavoro a Taranto è lo stesso che ci ha rappresentato nei tavoli internazionali e ha fatto di tutto per non disturbare le compagnie leader nelle fonti fossili e allungare i tempi della transizione ecologica.
E noi zitti.
Nel 2030 il 47% della popolazione mondiale potrebbe avere problemi di scarsità di acqua. La siccità in molte zone d’Italia è già oggi una realtà irreversibile. Alterazioni fatali dell’ecosistema sono in corso.
L’anno 2050 può essere l’inizio della fine.
Ma non è il pianeta a rischiare l’estinzione. Siamo noi sapiens che rischiamo l’estinzione.
E noi zitti.
Come si conciliano progresso tecnologico e sostenibilità ambientale? Cosa significa veramente transizione ecologica? C’è una percentuale di popolazione sacrificabile? Ditecelo. E se sì, come si calcola? Come l’avete calcolata finora? ​
Perchè non pretendiamo risposte a queste domande.
Era il 2012 quando è nato questo palco alternativo a quello di Roma, l’anno dell’inchiesta Ambiente Svenduto.
Delle perizie sul rapporto tra morti, malattie e inquinamento derivante dalle ciminiere del siderurgico. L’anno dell’industria alla sbarra. Delle contestazioni di piazza, di associazioni ambientaliste e di operai.
Oggi sappiamo molte cose in più di quelle che sapevamo nel 2012.
Oggi sappiamo per esempio che il piombo è uno dei più potenti neurotossici, non esiste una soglia sicura eppure è presente in quantità importanti tra noi. Nel sangue non ce ne deve essere. I bambini assorbono più piombo quando è il suolo a essere contaminato.
Oggi sappiamo che quando parliamo di patologie nei minori legate all’inquinamento ci sono anche le malformazioni.
Oggi sappiamo che molte delle sostanze immesse in ambiente possono avere inoltre un’azione neurotossica. Le sostanze chimiche industriali sono «contributori di disturbi neurocomportamentali e ne sono soprattutto interessati i bambini dei paesi poveri e quelli che vivono in prossimità di siti contaminati».
Oggi sappiamo dunque che i bambini sono i più esposti in generale agli inquinanti: durante la vita fetale, possono assorbirli attraverso il latte materno che si contamina.
Oggi sappiamo che l’esposizione di una donna in gravidanza agli inquinanti in generale può danneggiare lei, il suo feto e, attraverso le gonadi del bambino che porta in grembo, anche la terza generazione può essere compromessa. ​
E noi zitti!​​​​
La nostra idea di progresso non può fare a meno di queste verità.
Quanti esseri umani si può accettare ancora che si ammalino e muoiano? In rapporto a quanti posti di lavoro? Quale lavoro può basarsi su questo scambio tra vita e salario.
Su questo palco da dieci anni molte donne e uomini hanno urlato la loro rabbia: le mamme della Terra dei Fuochi, delle famiglie del triangolo della morte di Priolo- Melilli-Augusta, le mamme di Brescia, di Casale Monferrato, di Cornigliano. Sono migliaia le famiglie che ogni giorno vivono con la paura di ammalarsi per colpa di ciò che mangiano o respirano o bevono.
Tutte le città industriali che hanno contribuito al nostro progresso economico, sono oggi il volto dell’Italia al bivio, del progresso alla sbarra, il campo di battaglia della globalizzazione. I luoghi simbolo della crisi del sindacato e dei partiti. Ma soprattutto le città in cui è più evidente la crisi profonda del diritto.
Migliaia di invisibili, pazzi, che hanno perso un figlio, un coniuge, un proprio caro. Sono tanti gli italiani a sentirsi avvelenati.
Il problema è che questi morti, questi malati, se ne vanno soli, in silenzio. Non ci lasciano tutti insieme e noi non li vediamo. Il problema è che non abbiamo capito che sono i nostri caduti in guerra.
Quando perdi un amore grande, esci in balcone e vedi la fabbrica che sputa fumi di ogni colore, e pensi al medico che a bassa voce ti ha detto che hai perso qualcuno per una patologia legata all’inquinamento, tu quei fumi li odi, con tutto te stesso. Non hai un pezzo di carta, perché stabilire un nesso di causalità non è semplice, è anche costoso. È però importante stabilire un nesso di causalità tra gli inquinanti e le malattie. Non è importante solo a Taranto, dovrebbe essere l’urgenza di un paese moderno che vuole fare i conti con il passato e costruire un futuro. Dovrebbe essere uno Stato a farsene carico, non in una logica di conflitto ma per dare risposte, prendersi cura dei suoi cittadini.
Valentina Petrini - Il Cielo oltre le Polveri - Storie, tragedie e menzogne sull'Ilva
Chiudo con le parole di Stefano Rodotà che nel 2013 – a proposito di diritti proprio in riferimento al caso Taranto – disse:
<<Oggi siamo in una situazione in cui i diritti non sono più considerati lusso o non lusso, ma se ne misura la compatibilità con la logica dell’economia.
Non c’è un conflitto in radice tra diritto alla salute e diritto al lavoro.
Se questi diritti fossero stati rispettati sin dall’origine, il conflitto non ci sarebbe stato.
Oggi si dice: vedete voi con questa vostra pretesa di tutelare l’ambiente, di tutelare la salute, voi imponete giganteschi costi. Ma se dall’inizio fossero stati rispettati questi due diritti (SALUTE e LAVORO) oggi quei costi non ci sarebbero>>.
Dunque, ricordiamocelo: i diritti costano quando non vengono rispettati.
Non restate più zitti mentre vi calpestano.
Non siate indifferenti
Buon Uno Maggio libero e Pensante

Marco Cappato

L’appassionato intervento di MARCO CAPPATO dell’Associazione Luca Coscioni, che si batte con forza contro le leggi, che non favoriscono l’eutanasia assistita. Oggi è attiva in molti Paesi europei e non solo. Le scelte di fine vita sono decisioni importanti e personali e, in quanto tali, devono essere realizzate dalla persona, in autonomia e per se stessa, con la massima libertà.

GLI ARTISTI

I volti del pubblico al concerto

Le interviste ai protagonisti

Marco Cappato dell'Associazione Luca Coscioni

Il Cantante Willie Peyote

Valentina Pitzalis

La presenza di una donna eccezionale, VALENTINA PITZALES, che lotta tenacemente per evidenziare la violenza a cui sono sottoposte ancora oggi le donne. Valentina Pitzalis è nata a Cagliari, Sardegna. Aveva ventisette anni quando, il 17 aprile del 2011, suo marito l’ha cosparsa di liquido infiammabile e le ha dato fuoco, morendo lui stesso tra le fiamme. Lei si è svegliata in un letto d’ospedale col volto completamente sfigurato, una mano amputata e l’altra gravemente danneggiata. Da allora Valentina è diventata un simbolo della lotta alla violenza sulle donne, per la forza con cui ha reagito alla tragedia, la sensibilità con cui ha raccontato e ha analizzato l’accaduto, il coraggio e la speranza che è capace di comunicare.

Renzo Rubino

Eccellente la presenza del tarantino RENZO RUBINO, che con la sua BAND ha entusiasmato tutto il pubblico presente.

L'emittente Antenna Sud ha raccontato l'evento in diretta con Leo Spalluto, Gianni Sebastio, GianMarco Sansolino

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