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La Grande Armonia

Pierpaolo De Giorgi

"L'anima greca del Sud"

Presentato l’ultimo lavoro letterario del prof. Pier Paolo De Giorgi e come evidenziato nella quarta di copertina è un lavoro che esalta “La terapia musicale in Magna Grecia e il tarantismo: eternità e bellezza”.

Il volume "La Grande Armonia.

una nota di Saverio Max De Florio

La terapia musicale in Magna Grecia e il tarantismo: eternità e bellezza” di Pierpaolo De Giorgi contiene la prima evidente raffigurazione di tarantismo al mondo, l’immagine di un vaso spartano, datato dal 750 al 690 a.C. e proveniente da Amicle, un santuario vicinissimo a Sparta.

Da Amicle e da Sparta partono Falanto e il gruppo di Parteni che giungono a Saturo e fondano Taranto nel 706 avanti Cristo.

L’iconografia del vaso, di stile geometrico, raffigura il morso di uno scorpione ad una gamba curato con la musica di una lyra e una danza circolare.

L’indagine di Pierpaolo De Giorgi sulla cura musicale e coreutica della Magna Grecia, comparata con la terapia dei morsicati dalla taranta, mette capo all’armonia degli opposti.

Simboleggiata dal mythos della Grande Madre nelle civiltà matri-focali, e della coppia Dioniso e Apollo nel mondo patriarcale greco e magno-greco, fondamento assoluto dell’Essere, la grande armonia è un logos che non può essere smentito nemmeno da un dio.

È una necessità improrogabile per l’uomo di oggi, che l’ha smarrita. Pitagorici, iniziati ai Misteri greci e ai riti dionisiaci dell’altalena e del labirinto, mediante la mousiké, arte delle Muse, e adepti del tarantismo, rito essenzialmente gestito dalle donne, mediante la pizzica pizzica, si servono della grande armonia per invertire la malattia in salute e guarire.

De Giorgi colma uno iato primario della ricerca su mythos, tradizioni popolari e inconscio collettivo. E studia le sorprendenti immagini della prima cura musicale e coreutica di un morso simbolico, chiaro antecedente del tarantismo, di un vaso dell’VIII sec. a.C., risalente non a caso agli spartani fondatori di Taranto.

Nell’Introduzione Arianna Fermani scrive: “Manía e pizzica […], esaminate da De Giorgi con acribia in tutte le loro articolazioni, rappresentano forme di divino delirio, epifanie di quelle poderose “possessioni” che rendono possibile, da sempre, il ricongiungersi dell’uomo con la totalità e l’“apertura armonica all’altro da sé”.

Ed è proprio con il recupero dell’armonia […] che il cerchio si chiude: “attraverso la musica e la danza, la psiche si riappropria dell’armonia perduta, inverte il suo status emozionale e guarisce”.

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