CONFERENZA STAMPA

dei TRE MOSCHETTIERI

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Le circostanziate denunce di Alessandro Marescotti

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Quelle di Annamaria Moschetti

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Quelle di Fabio Matacchiera

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Le puntualizzazioni conclusive di Alessandro Marescotti

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La lettera inviata oggi 16 luglio 2025 al Sindaco di Taranto

Al Sindaco di Taranto

Dott. Piero Bitetti
sindaco@comune.taranto.it

Oggetto: Richiesta di rinvio della decisione sul PIC AIA ILVA per consentire la stesura di un parere sanitario completo, motivato e documentato

Gentile Sindaco,

alla vigilia della Conferenza dei Servizi prevista per domani, 17 luglio, chiamata ad approvare o non approvare il Parere Istruttorio Conclusivo (PIC) che contiene le oltre quattrocento prescrizioni della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell’ILVA, Le scriviamo per sottoporLe un appello urgente e motivato:

non consenta che la Conferenza di domani sia decisoria, ma richieda formalmente un rinvio, affinché Lei possa disporre del tempo necessario per redigere un parere sanitario ampio, aggiornato e fondato su una solida documentazione, concludendo con un parere negativo al PIC e corredandolo da una serie di prescrizioni puntuali.

Lei, in qualità di responsabile sanitario della città, ha la responsabilità e il dovere di motivare il Suo parere sulla base di dati completi e aggiornati, sia per la salute della cittadinanza che per quella dei lavoratori, oltre che per il rispetto degli impegni climatici internazionali, senza i quali gli impatti delle ondate di calore e gli eventi climatici estremi saranno devastanti, anche su Taranto, provocando un crescente numero di vittime.

Le evidenziamo di seguito le principali criticità che rendono improcedibile l’approvazione del PIC nelle attuali condizioni.

1. Salute dei lavoratori

  • La Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) non considera i lavoratori, nonostante i dati INAIL 2024-2025 mostrino che Taranto è la prima provincia in Italia per patologie tumorali professionali: 107 casi registrati in 18 mesi, più di uno a settimana.
  • Il Registro dei lavoratori esposti a sostanze cancerogene, previsto per legge, non è stato acquisito né utilizzato a fini epidemiologici. È necessario richiederlo formalmente per verificare, con uno studio che non è stato fatto, lo stato di salute dei lavoratori.

2. Epidemiologia dei cittadini

  • Lo Studio Forastiere, che ha già dimostrato il nesso causale tra inquinamento ILVA ed eccessi di malattie, necessita di aggiornamento e di una disaggregazione dei dati quartiere per quartiere con i dati epidemiologici più recenti.
  • Manca un Osservatorio aggiornato della mortalità, previsto per legge, indispensabile per avere il polso della situazione soprattutto nei quartieri Paolo VI e Tamburi, i più colpiti. Il Comune dispone a tal fine di un qualificato ufficio statistico che in passato ha fornito una mappa dettagliata degli eccessi di mortalità nel quartieri più vicini alle emissioni inquinanti. Il Sindaco può chiedere di effettuare un aggiornamento trimestrale di questi dati. È può chiedere che parallelamente venga effettuato un aggiornamento almeno annuale di tutti gli studi epidemiologici su Taranto esigendo un riesame dell’AIA Ilva quando emergano criticità sanitarie di rilievo; questo al fine di far emergere le evidenze scientifiche e arrivare ad applicare la normativa sull’AIA che prevede anche il fermo degli impianti dell’area a caldo in caso di gravi e reiterati impatti inaccettabili sulla salute.
  • Non sono disponibili dati aggiornati e disaggregati sui bambini malformati e sui casi di leucemia pediatrica, nonostante la documentata presenza di un eccesso di tali patologie nelle Valutazioni di Danno Sanitario.

3. Wind Days e danni al neurosviluppo

  • Non è monitorato in real time l’effetto dei Wind Days (venti provenienti dall’area ILVA) su ricoveri e decessi, e non esiste una serie storica aggiornata che correli questi eventi con i dati sanitari più recenti. 
  • Non vi è alcuna valutazione dell’impatto degli inquinanti neurotossici (piombo, vanadio, ecc.) sul neurosviluppo dei bambini, sebbene studi epidemiologici abbiano evidenziato un deficit medio del quoziente intellettivo nei bambini di Taranto più vicini all’area industriale; di particolare importanza è affrontare il problema del nesso fra inquinamento neurotossico e i disturbi dello spettro autistico; le ricerche hanno evidenziato una maggiore incidenza dei casi di disturbi dello spettro autistico nell’area di Taranto e Statte rispetto al resto della provincia.

4. Trasparenza procedurale

  • Il PIC è riservato, cosa gravissima. Attualmente non risulta disponibile al pubblico, impedendo così alla cittadinanza e alla comunità scientifica di presentare osservazioni pertinenti e motivate.
  • Il gestore ha potuto presentare le proprie osservazioni, il pubblico no: un grave squilibrio procedurale e di potere di intervento.

5. Clima e mancato calcolo del Carbon Budget Residuo nazionale

  • La lettera inviata al Suo ufficio dal prof. Michele Carducci, uno dei massimi esperti internazionali di giustizia climatica, sottolinea che il PIC dell’AIA ILVA ignora completamente il mancato conteggio del Carbon Budget Residuo nazionale e non conteggia neppure le emissioni di CO₂, in violazione degli impegni climatici internazionali assunti dall’Italia.
  • Autorizzare oggi impianti a carbone senza considerare questi parametri espone l’AIA a profili di illegittimità.

Appello

Alla luce di tutto ciò, Le chiediamo di esercitare pienamente la Sua funzione di garante della salute pubblica, e di richiedere domani un rinvio della decisione sul PIC.
Questo rinvio è necessario per permetterLe di:

  • raccogliere i dati epidemiologici mancanti o non aggiornati;
  • elaborare un parere sanitario negativo, motivato da fatti documentati;
  • corredarlo di prescrizioni puntuali, vincolanti per la Conferenza dei Servizi, che affrontino in modo specifico le criticità sopra elencate.

Non è possibile, né accettabile, che un documento di tale rilevanza venga approvato in fretta e furia perché lo chiede il governo.

Confidiamo nella Sua sensibilità e nel Suo coraggio istituzionale per chiedere il tempo necessario e per porre la salute delle persone e l’interesse pubblico al centro di questa decisione.

Restiamo a disposizione per fornire tutta la documentazione utile e per collaborare alla definizione delle prescrizioni necessarie.

Con rispetto e con fiducia,

Firmato: 

Fabio Matacchiera, AnnaMaria Moschetti, Alessandro Marescotti

Comunicazione inviata al Consiglio Regionale

Alla Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Puglia

Signor Presidente, Consiglieri,
non posso essere presente di persona per le gravi condizioni di salute di mia madre. Consegno a voi questa relazione scritta con difficoltà, date le circostanze. Mi perdonerete eventuali errori.

Grazie per l’ascolto e per l’opportunità di intervenire su una questione cruciale per il futuro di Taranto, della Puglia e del Paese intero: la crisi dell’ILVA.

Vorrei portare alla vostra attenzione alcune riflessioni, dati e proposte, con l’auspicio che possano stimolare una discussione trasparente e orientata al bene comune.

Primo punto: la decarbonizzazione.
Oggi assistiamo a una contraddizione che è ingiustificabile e pericolosa: si parla di decarbonizzazione nei comunicati e negli accordi di programma, ma poi nell’Autorizzazione Integrata Ambientale — che è l’unico atto vincolante a livello europeo — questa decarbonizzazione non c’è. Anzi: l’AIA attuale prevede la riattivazione degli altoforni spenti, l’efficientamento delle cokerie, cioè tecnologie ancora basate sul carbone.
È necessario e urgente che la decarbonizzazione venga inserita nell’AIA, non lasciata a un accordo di programma facilmente disattendibile dai governi, come troppe volte è già accaduto. Non possiamo accettare che si continui a prendere tempo con promesse sui tavoli politici e poi si autorizzino impianti vecchi e inquinanti nei documenti ufficiali.

Secondo punto: il lavoro e la giustizia sociale.
L’accordo di programma deve sì includere la transizione, ma soprattutto prevedere un piano serio per il reimpiego dei lavoratori in esubero. È fondamentale che la cittadinanza e i lavoratori stessi conoscano la verità: un forno elettrico da 2 milioni di tonnellate all’anno impiega mediamente solo 110 addetti, mentre un impianto DRI di preridotto, con automazione spinta come nel caso del Texas (tecnologia Midrex), ne richiede appena 60.
Questi dati sono noti all’industria, ma vengono tenuti nascosti a Taranto. E questo è grave: nessuna vera transizione può essere pianificata senza trasparenza. I documenti tecnici relativi alla decarbonizzazione non vengono messi a disposizione della comunità scientifica e della cittadinanza. Bisogna porre rimedio subito a questa opacità.

Terzo punto: i pareri dell’Istituto Superiore di Sanità.
È inaccettabile che i pareri dell’ISS, che evidenziano incongruenze e sottostime nella Valutazione di Impatto Ambientale di Acciaierie d’Italia, siano rimasti riservati. L’azienda ha potuto leggere il Parere Istruttorio conclusivo con le 477 prescrizioni dell’AIA, ha potuto chiedere modifiche. I cittadini no. Questa è una lesione gravissima del diritto all’informazione e alla partecipazione.

Quarto punto: il clima e la salute.
Non è stata fatta alcuna valutazione di impatto sanitario della cosiddetta “decarbonizzazione”, né è stato fornito alcun conteggio delle emissioni di CO₂ dei forni elettrici e degli impianti DRI. Il professor Michele Carducci, esperto di giustizia climatica, ha già contestato alla radice questa procedura che ignora gli impegni internazionali assunti dall’Italia sul clima. Come si può parlare di transizione ecologica se non si quantificano nemmeno le emissioni?

Quinto punto: lo studio epidemiologico Forastiere.
PeaceLink non può che esprimere una valutazione negativa sull’operato del Presidente della Regione, Michele Emiliano, che non ha aggiornato lo studio epidemiologico Forastiere, come promesso anni fa. Senza questo aggiornamento non sappiamo quanti morti siano stati provocati dai decreti cosiddetti “Salva ILVA” né qual è la situazione sanitaria attuale a Taranto. Anche su questo punto serve subito prendere l’iniziativa.

Sesto e ultimo punto: la salute dei lavoratori.
PeaceLink chiede che nell’AIA venga inserita la Valutazione di Impatto Sanitario sui lavoratori. Le evidenze già oggi sono inquietanti: Taranto è la prima provincia in Italia per malattie tumorali professionali. Secondo i dati INAIL 2024-2025, ben 107 lavoratori hanno ricevuto una diagnosi di tumore in soli 18 mesi. Più di uno alla settimana. Se questa valutazione venisse effettuata in modo rigoroso, è altamente probabile che l’area a caldo andrebbe fermata immediatamente.

In conclusione,
la Regione Puglia ha una grande responsabilità storica: garantire verità, trasparenza e giustizia per i cittadini e i lavoratori di Taranto. Non accettate documenti scritti con una mano e cancellati con l’altra. Non accettate accordi che promettono la decarbonizzazione e atti autorizzativi che rinnovano il carbone. La Regione Puglia ha un suo rappresentante nel gruppo istruttore AIA, quel gruppo istruttore che ha rinnovato l’autorizzazione al funzionamento a carbone degli altoforni: la Regione Puglia predica la decarbonizzazione e poi partecipa alla scrittura di un’autorizzazione AIA che prevede il carbone. Non va dato il consenso della Regione a questa AIA. Non accettate che la salute delle persone continui a essere sacrificata. Non accettate che vi siano due verità, una pro-carbone scritta nell’AIA e una per la decarbonizzazione scritta nei discorsi politici e nelle promesse fatte in televisione. Questo è un inganno.

Taranto, e la Puglia tutta, meritano un futuro diverso: pulito, giusto, trasparente. I bambini di Taranto non devono vivere sotto la spada di Damocle delle sostanze cancerogene e neurotossiche emesse dall’ILVA. I nostri anziani, così fragili, hanno diritto a maggiori protezioni e a un sistema sanitario dimensionato sulle reali necessità. Chi inquina deve pagare le spese sanitarie per i danni che causa anche in termini di maggiore spesa farmaceutica e di aggravio della pressione sulle strutture ospedaliere. Occorre il coraggio di stare dalla parte dei cittadini, occorre quel coraggio che manca al presidente Emiliano quando non fa le cose che ci aveva promesso di fare. Occorre cambiare rotta decisamente. Questo dipende dalle scelte politiche ma anche noi cittadini sentiamo la responsabilità e il dovere di partecipare con le nostre idee.

Grazie.

Alessandro Marescotti

Presidente di PeaceLink

a.marescotti at peacelink.org

DATI INAIL, periodo 1.1.2024 – 30.6.2025 (tumori di origine professionale, Taranto è prima in Italia con 107 casi)

 

Intervento Conferenza Servizi - 17 Luglio 2025

by Alessandro Marescotti

Ecco un resoconto del mio intervento di stamattina alla Conferenza dei Servizi per procedura autorizzata #AIA #ILVA. I passaggi più importanti ho chiesto che venissero inseriti nel verbale, indicandoli uno per uno.
Resoconto dell’intervento alla Conferenza dei Servizi per il Parere Istruttorio Conclusivo (PIC) AIA ILVA
Nel corso della Conferenza dei Servizi convocata per discutere il Parere Istruttorio Conclusivo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell’ex ILVA, sono intervenuto a nome di PeaceLink per portare alcune osservazioni e richieste, con l’intento di sollecitare maggiore rigore, trasparenza e attenzione ai diritti delle persone e alla salute pubblica.
1) Sul mancato calcolo del Carbon Budget Residuo nazionale
Ho chiesto che venisse acquisito agli atti e messo a verbale il documento del prof. Michele Carducci (CEDEUAM, Università del Salento), che evidenzia un errore metodologico fondamentale: lo Stato italiano non ha ancora calcolato il proprio Carbon Budget Residuo, ovvero la quota di emissioni climalteranti ancora rimanenti. Ciò al fine di rispettare gli obiettivi climatici internazionali e nazionali. PeaceLink fa propria la preoccupazione del CEDEUAM su questo punto, sottolineando che un processo di decarbonizzazione dell’ex ILVA senza questo calcolo rischia di essere incoerente e non in linea con gli impegni internazionali assunti.
2) Sulla trasparenza e il diritto alla conoscenza
Ho denunciato la grave carenza di accesso del pubblico alla documentazione: il Parere Istruttorio Conclusivo in discussione non è stato reso disponibile ai cittadini e alle associazioni prima della Conferenza, a differenza del gestore che invece ne ha potuto prendere visione e fare controdeduzioni. Questa disparità mina la partecipazione e crea uno squilibrio inaccettabile nel processo autorizzativo. A questa osservazione ha fatto seguito un intervento piuttosto stizzito da parte di un partecipante (di cui ignoro l’identità), al quale ho risposto con fermezza.
3) Sulla salute dei lavoratori
Ho evidenziato l’assenza di una valutazione dell’impatto sanitario specifico per i lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto, che sembrano essere considerati cittadini “di serie B” e non appaiono nei conteggi degli impatti sanitari delle emissioni. Ho chiesto che questo grave vuoto venga riconosciuto e verbalizzato, anche alla luce dei dati INAIL 2024–2025 che mostrano Taranto come prima città in Italia per malattie tumorali di origine professionale.
4) Sulle posizioni delle istituzioni locali
Ho espresso apprezzamento per la dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e del sindaco di Statte, Fabio Spada, che hanno annunciato il loro parere contrario a questa AIA. Ho anche ricordato che la posizione di PeaceLink è in linea con quella espressa dallo stesso Emiliano nel 2021, quando parlò di “chiusura immediata dell’area a caldo”.
5) Sul rischio sanitario residuo e la ricerca OMS
Emiliano ha confermato di pensarla ancora come nel 2021 ma di voler comunque accelerare la decarbonizzazione; al che ho sottolineato la necessità di calcolare il rischio sanitario residuo: quante morti premature comporterebbe continuare a produrre acciaio con il carbone in attesa della transizione? Ho chiesto anche che la Regione renda pubblica la ricerca OMS, commissionata e pagata con fondi regionali, che evidenzia un rischio sanitario residuo (50–80 morti premature in 10 anni anche con l’adozione delle migliori tecnologie disponibili). Emiliano, apparso incerto sul documento, ha risposto con un’osservazione sul mio atteggiamento, parlando di “sacro furore” che si veste anche di pacatezza, aggiungendo: “Conosco le varie forme del furore”.

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