IL MONUMENTO AI CADUTI

Il 4 Novembre 2023 ricorre il CINQUANTENARIO dalla scomparsa dello scultore tarantino Francesco Paolo Como autore del nostro Monumento ai Caduti in Piazza della Vittoria a Taranto. Pertanto unitamente al CQV – Comitato Qualità della Vita ci stiamo adoperando di concorso con i suoi familiari e l’apporto delle Istituzioni cittadine, con la collaborazione dell’Amm. Flavio Biaggi comandante di Marina Sud ad onorare come merita questo nostro illustre concittadino. Seguiranno notizie in itinere. 

Il monumento ai Caduti di Taranto è il più grande monumento del Borgo Nuovo della città.

Dedicato ai cittadini caduti durante la prima guerra mondiale, fu ideato, disegnato e realizzato in pietra calcarea di Trani e bronzo dallo scultore tarantino Francesco Paolo Como (Taranto, 1888 – Roma, 1973) risultato il vincitore dell’apposito concorso nazionale. 

L'Autore del Monumento

Francesco Paolo Como

Francesco Paolo Como (Autoritratto)

Francesco Paolo Como, vincitore del concorso nazionale del Monumento ai caduti della città di Taranto, nacque a Taranto il 06 aprile del 1888 da Pietro Luigi muratore e da Grazia D’Alessandro sarta.

Dopo la licenza elementare conseguì il diploma di scuola tecnica e frequentò i corsi serali della scuola di disegno ornato.

Entrò nelle ferrovie dello stato ma nel 1911 rinunciò all’impiego per trasferirsi a Roma e iscriversi all’Istituto delle Belle Arti.

L’autore fu allievo del pittore e noto scultore Ettore Ferrari all’Accademia di San Luca a Roma. Alla vigilia degli esami di licenza del Corso di Scultura fu chiamato alle armi per servire la propria nazione.

Durante la guerra italo-austriaca combatté da ufficiale nel carso. Como fu l’autore di numerose opere altre al monumento di Taranto. Nel 1921 fu inaugurato, presso la sede tarantina dei legionari fiumani, il busto in bonzo a Gabriele D’Annunzio.

Nello stesso anno partecipò alla Mostra di artisti pugliesi in Taranto esponendo “Una testa di Bambini” e un autoritratto in gesso.

Nel 1924 partecipò alla prima mostra d’artisti pugliesi a Roma. Nel 1926 espose alla seconda biennale di Lecce il “Ritratto” (una maschera realizzata in bronzo), “La medaglia (opera in bronzo rappresentate Mussolini), “Medaglia” (opera in gesso sull’Apulia) e “La Danzatrice” (opera in gesso).

Nel 1932 prese parte alla mostra del sindacato laziale di Roma.

Como ha partecipato anche alla seconda guerra mondiale e alla conclusione si trasferì a Roma dove morì il 4 novembre 1973.

Per la sua installazione fu scelto il sito di Piazza della Vittoria (già Piazza XX Settembre), ove ancora oggi si trova.

Sin dalla fine della Grande Guerra, la cittadinanza di Taranto invocava una commemorazione monumentale per i suoi caduti. 

Per rispondere a tale esigenza sin dal 1919 veniva formato un Comitato addetto. In un primo momento, sembrava che si sarebbe affidata la commissione per un monumento all’architetto Cesare Bazzani, con un progetto che fu presto abbandonato.

Il monumento raggiunto dalla nevicata a Taranto in questo esclusivo scatto di Max Perrini nel 2015

Nel 1923, dopo anni di incertezza, fu finalmente bandito il concorso nazionale. Nel periodo tra la proclamazione del progetto vincitore, opera dello scultore tarantino Francesco Como, e la data della sua inaugurazione avvenuta il 4 novembre 1930 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, i lavori per la realizzazione dell’opera commemorativa furono ritardati da notevoli problemi economici. 

4 novembre 1930 Re Vittorio Emanuele III a Taranto per inaugurare il monumento ai Caduti.

Solo nel 1953 infatti il monumento fu completato con il gruppo statuario in bronzo denominato Aquilifero, dedicato alla Marina Militare italiana e composto da una trireme romana, sulla quale troneggia un soldato che trasporta le insegne della legione nell’atto di scagliare un’aquila in cielo. 

Il lato opposto presenta invece due soldati mentre trasportano un ferito. 

Quasi alla sommità del pilastro centrale trovano posto tra i soldati la dea Atena da un lato, e la dea della Vittoria dall’altro.

La struttura presenta sulla sua base l’iscrizione in latino: “EX ROSTRIS / AD GLORIAM / ITALICA VIRTUS” (dai rostri alla gloria il valore italico), mentre all’interno vi è una piccola cripta decorata a mosaici, chiusa da due porte in ferro battuto. 

La seconda iscrizione dice: “FORTI NELLA VITA / EROICI NELLA MORTE / NELLA STORIA ETERNI / TARANTO MADRE / IV NOVEMBRE MCMXXX / A IX”

ISCRIZIONI

FORTI NELLA VITA – EPICI NELLA MORTE – NELLA STORIA ETERNI – TARANTO MADRE – 
IV NOVEMBRE MCMXXX

IN RICORDO DEI CADUTI

A IX

ALBANO PAOLO – AMO GIOVANNI – ANTELMI LUIGI
ANTONACCI CATALDO- ARGENTIERI VITO
ABATERUSSO FRANCESCIO – ADAMO EUGENIO
ANCONA GIUSEPPE – ANGELINI FRANCESCO
AZZARITO CATALDO- BERARDELLI LUDOVICO
BOCCANFUSO ARTURO – BERTOZZI ARTURO
BORTOLOTTI GIOVANNI- BOFFOLA FRANCESCO
BORTONE FRANCESCO – BUISCIICCHIO PIETRO
BASSI GUIDO – BARI COSIMO – BASILE GIOVANNI
BOMMINO RUGGIERO – BARBIERI GIOVANNI
BRIGANTI GIOVANNI – BUONOMO CATALDO
BOARATO ARISTODEMO – CARRIERI COSIMO
CASO GIOVANNI – CARRIERI GIOVANNI
CASO VINCENZO – CARAMIA NICOLA
CARAMIA FRANCESCO – CARICATO FILIPPO
CAPUTO FRANCESCO – CAPUTO VITANTONIO
CALEANDRO GIUSEPPE – CANDIDO PASQUALE
CAFORIO GIUSEPPE – CAGGIANO FRANCESCO
CASTELLI ANGELO – CARICA SULO ANGELO
CAZZATO FEDELE – CAVALLO GIOVANNI
CERVO GIOSAFATTE – CERVINO LUIGI
CHIOPPA FILIPPO – CASTELLANO STEFANO
CIANCIARUSO RAFFAELE – CHIRULLI ENRICO
CONVERTINO GIOVANNI – CONSOLI GIOVANNI
DE DONATO MAURO VITTORIO – ANTONE MARIANO
DE BENEDICRTIS GIUSEPPE – DE MARIA LUIGI
D’ALCONSO FRANCESCO – D’AMICO VINCENZO
DELLI PONTI CATALDO – DEL GIUDICE ANTONIO
DEL GIUDICE FRANCESCO – DE FELICE FRANCESCO
D’IPPOLITO GIUSEPPE – DE PACE GIUSEPPE
DE VINCENTIS LEONIDA – DE PACE GIUSEPPE
DI COMITE EMANUELE – DI CESARE COGLITE
DRAGONE ANTONIO – DORME ALBERTO – DE PACE VITO
ERCOLINI MARIA EDGARDO – ELPIANO GAETANO
ETTORE VITANTONIO – ETTORE PIETRO
FAGO ORESTE – FAGO NICOLA – FERRETTI NICOLA
FRACCALVIERI DOMENICO – FUMAROLA IPPAZIO
FORLEO SALVATORE – FANIGLIULO GIUSEPPE
FANIGLIULO FRANCESCO – FILIPPI GIUSEPPE
GERUNDO CARLO – GALASSO LUIGI – GAGLIUTO ONOFRIO
GIUDETTI COSIMO – GAETA LUIGI – GENTILE TOMMASO
CHIONNA RAFFAELE – GIANGRANDE VINCNEZO
GIANNESE VINCENZO – GIANNICO DOMENICO
GIUSTI EGIDIO FRANCESCO – GIOSA GIUSEPPE
GRECO PASQUALE – GRECO COSIMO – GIUDETTI VITO
GUERRIERI GIUSEPPE – GUARINI ANGELO – IACCA CATALDO
IURLARO PASQUALE MICHELE – INTINI GIUSEPPE
LA NEVE FRANCESCO – LANGELLA ALFONSO
LATORE RODOLFO – LEALE VINCNEZO – LAPESCHI LUIGI
LESSA GIUSEPPE – LEONE ERNESTO – LECCE VITO
L’INCESSO MICHELE . L’IMPERIO COSIMO
LOCOROTONDO LEONARDO – LOCOROTONDO DONATO
LOPAPA GAETANO – LONGO FELICE – LEO VITO
LUCCARELLI VIRO – LUCCARTELLI PIETRO
MAGLIOCCA GAETANO FRANCESCO – MAGLIE GIOVANNI
MANDURRINO ANTONIO – MANGARELLA NICOLA
MARANTA COSIMO – MARANGI MARINO – MANICO GIULIO
MARINELLI COSIMO – MARANGI VITANTONIO
MASELIA GIUSEPPE – MARMORATO MARIO
MARTELLOTTA DONATO – MARTANO GIOVANNI
MASELLA FRANCESCO – MARTUCCI ARMANDO
MAZZON ATTILIO AUGUSTO – MAZZA GIUSEPPE
MESSINESE SAVERIO – MELCHIORRE VITO
MIGNOGNA GIOVANNI – MIGNOGNA FRANCESCO
MINOSA GIACINTO
MONGELLI ANGELO – MONTEDURO ANGELO
MOTOLESE EGIDIO . MORRONE VINCENZO
MOSCAGIURI FRANCESCO – MOTOLESA FRANCESCO
MURIANNI NICOLA – MURIANNI CATALDO – MOSCA GIOVANNI
NANNI GIOVANNI – NATALE FRANCESCO – NINNI FELICE ROCCO
ORLANDO GIOVANNI – OCCHINEGRO MICHELE
PIZZOLLA CATALDO – PASSIATORE NICOLA
PALMIERI CATALDO PAGLIARA EGIDIO – PALAZZO MICHELE
PANARELLI NICOLA – PANARELLI MICHELE
PENTASSUGLIA TOMMASO – PARTENZA FRANCESCO
PERRINI GIUSEPPE – PERO GIUSEPPE – PERNISCO TADDEO
PETRUZZI GIUSEPPE – PETRARI GIACOMO – PERRONE LUIGI
PIZZOLANTE DOMENICO – PIEDILATO GIUSEPPE
PETRUZZI NICOLA – PICCIONE ENRICO – PIGNATELLI LUIGI
PRESICCI DOMENICO – PICCI EPILADE VINCENZO
PRETE DOMENICO – PORTONE ANGELO – PONZIO ALFONSO
PUPINO COSIMO – PUGLIESE ETTORE – PRINCIPE MICHELE
RUGGIERI LEONARDO – REPILLO GIUSEPPE – RAFFO DOMENICO
RUSSO FRANCESCO – RUSSO COSIMO – RUSSO FRANCESCO PAOLO
RAFFO ANGELO – SCATIGNA VITANTONIO – SALOMONE GASPARE
SANTORO COSIMO GIUSEPPE – SALOMONE BUISTON AUGUSTO
SARDELLA CATALDO – SANTORO GIUSEPPE – SALVATORE EGIDIO
SERIO ANGELO ANTONIO – SCHINAIA ANTONIO – SAVINO VITO
SIMONETTI FRANCESCO – SCRIMIERI EGIDIO – SEMERARO SCIPIONE
SOLFRIZZI ANTONIO – SIMONETTI GAETANO – SERIO GIOVANNI
SPERTI GIOVANNI – SPATARO FRANCESCO – SERIO MICHELE
STEFANELLI GIUSEPPE – STASI ANGELO – SPEZIALE COSIMO
STENDARDO ANGELO RAFFAELE – TAGLIENTE GIUSEPPE
TISE MARIO – TAMBURRINO VINCENZO – TAGLIENTE VITO
TONDO VITO FRANCESCO – TANESE FRANCESCO PAOLO
TRONCONE NICOLA – TRISUCCI GAETANO – UNGARO PIETRO
OGLINO ATTILIO – VARALLO ITALO EZIO – VALENTINI FRANCESCO
VILLANI PASQUALE – VALENTE OSTILIO – ZULVO VINCENZO

Aulcuni dettagli sugli artigiani che collaborarono con Como per la realizzazione del Monumento

La parte muraria del monumento e il posizionamento dei due altorilievi superiori fu commissionata alla ditta tarantina Nicola AUGENTI. Un’altra ditta tarantina, che partecipò alla costruzione del monumento, fu la ditta dei fratelli Netti che curarono la realizzazione di tutti i blocchi in pietra di Trani che costituiscono la parte architettonica. Riconducibili ai fratelli Nitti sono anche le due lastre sulle quali sono state incise i due bollettini della vittoria quello di Armando Diaz e quello di Thaon di Revel posti all’interno della cripta. I due cancelli d’ingresso della cappella, posti uno per lato, in ferro battuto sono stati realizzati dalla bottega d’arte di Matteucci di Faenza. Gli altorilievi superiori sono stati fusi dalle ditte Laganà di Napoli. Il gruppo della glorificazione del fante è stato fuso da Arturo Bruno di Roma. Le quattro erme che decorano gli ingressi della cappella sono state realizzate dallo stesso autore F. P. Como.

Il Monumento ai Caduti di Alba Nigro

Il Monumento ai Caduti ricorda il sacrificio dei tarantini caduti durante la prima guerra mondiale.
Fu progettato e realizzato, in pietra di Trani e bronzo, dallo scultore tarantino Francesco Paolo Como e fu inaugurato il 4 novembre del 1930, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, ma, per difficoltà economiche, fu completato solo 23 anni dopo, nel 1953.
Lo stesso autore, il Como, dichiarò che “dovendo concepire il bozzetto per un monumento da erigersi alla memoria dei Caduti Tarentini ” non potè fare a meno di attenersi a due principi:
a) Risalire alle tradizioni di Taranto, Regina della Magna Grecia
b) Creare un’ altare dove i contemporanei ed i venturi potessero recarsi, in devoto e mesto
pellegrinaggio, ad alimentare la fiamma del ricordo e della riconoscenza verso coloro che
s’immolarono per la Patria”.
Lo scultore, quindi, per rievocare la grandezza della città magnogreca, pensò di collocare, sulla
parte anteriore del grande pilastro marmoreo, la statua della Nike alata, sostenuta da un’imponente colonna dorica, simile a quelle del tempio di piazza Castello; ma “questo sarebbe restato un freddo rifacimento accademico, se non fossero stati collocati, intorno alla Nike, i nuovi Creatori della grandezza d’ Italia”.
Alla base della colonna dorica c’è il gruppo scultoreo che rappresenta l’Apoteosi dell’Eroe ferito,
sorretto da due compagni d’armi; sul piedistallo un’iscrizione: “FORTI NELLA VITA EROICI NELLA
MORTE NELLA STORIA ETERNI – TARANTO MADRE IV NOVEMBRE MCMXXX ”
Sul versante opposto troviamo, in alto, Atena, dea della guerra, che con la mano destra mostra
una piccola Vittoria alata, con la sinistra impugna verso il basso una spada. Tutt’intorno un gruppo
statuario che rappresenta il popolo; più in basso, sulla prua di una antica galea romana, l’Eroe del
mare, detto Aquilifero, nell’atto di lanciare in volo un’aquila che avrebbe portato i segni della forza
e della grandezza di Roma ai lontani confini dell’Impero, passando per Taranto, scalo sicuro e più
prossimo all’Oriente.
Alla base di questo gruppo scultoreo, sul piedistallo si legge: “EX ROSTRIS AD GLORIAM ITALICA
VIRTUS” (Dai rostri alla gloria il valore italico).
Sulle fiancate del pilastro sono riportati i nomi dei circa 500 tarantini caduti in guerra.
Il Como racconta inoltre che per conseguire il secondo obiettivo, cioè creare, secondo la tradizione
greca e romana, un’ ara dei profumi, “ ha svuotato il piedistallo del monumento, allo scopo di
dargli un’anima e una fiamma che vi ardesse dentro”, pertanto sull’altare, alta poco più di un
metro, “arderà una lampada di bronzo che sarà alimentata dall’olio che vi porteranno coloro che
vorranno onorare la memoria degli eroi caduti”.
Realizza dunque una piccolissima cappella di forma circolare, rivestita di preziosi mosaici, ideati
dallo stesso Como ed eseguiti dal cav. Evandro Monticelli, di Roma. L’accesso è possibile mediante
due robuste porte in ferro battuto; all’interno, su una delle due porte, una grossa lapide in marmo
riporta il bollettino dell’Armata Navale firmato da Thaon Di Revel.
Sull’altare si leggono la data storica di riferimento, MCMXV – MCMXVIII e due scritte in lingua
latina:
 PRO TERRESTRIS PATRIAE FELICITATE GLORIOSE CERTANTES (combattendo
gloriosamente per la felicità della Patria terrena)
 PATRIAE SIBI COELESTIS GLORIAM FELICITER PARAVERE (conquistarono felicemente la
gloria della Patria celeste)

Fra le due scritte, una spada racchiusa in una corona di ulivo, simboli di pace e di fede. Sulla parete
opposta, ai piedi di tre aquile si leggono le seguenti parole “ITALIA QUI GIUNSE VENDICANDO IL
SUO NOME E IL DIRITTO”

 Riferimenti bibliografici
G. Peluso “Una città, un monumento”, Mandese Ed., Taranto 1984
G. Peluso “Storia di Taranto”, Scorpione Ed.,Taranto 1991
P. Massafra – F. Carrino “Il Centro Storico di Taranto: il Borgo”, Scorpione ed., Taranto 2004

Le lettere di Francesco Paolo Como
a Ettore Ferrari
Un contributo documentario alla vicenda
del Monumento ai caduti di Taranto
Stefania Castellana
Università del Salento, Italia

Il documento in pdf

Verified by MonsterInsights