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Il Seminario di studi su Francesco Paolo Como

Questo pomeriggio Venerdì 3 novembre 2023, come da programma e su iniziativa del CQV con il patrocinio morale del Comune di Taranto e la collaborazione della Biblioteca Acclavio, che ringraziamo, si e’ svolto il seminario di studi sul grande artista tarantino Francesco Paolo Como per onorare con questo evento il cinquantenario della morte avvenuta il 4 novembre 1973 a Roma. Molti i cittadini presenti tra cui alcuni studenti e i relatori, che si sono avvicendati al microfono. In collegamento remoto Lucia Iannucci, nipote dell’artista e Azzurra Di Pietro.

Il monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale

di Alba Nigro

Il Monumento ai Caduti ricorda il sacrificio dei tarantini caduti durante la prima guerra mondiale.
Fu progettato e realizzato, in pietra di Trani e bronzo, dallo scultore tarantino Francesco Paolo Como e fu inaugurato il 4 novembre del 1930, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, ma, per difficoltà economiche, fu completato solo 23 anni dopo, nel 1953.

Lo stesso autore, il Como, dichiarò che “dovendo concepire il bozzetto per un monumento da erigersi alla memoria dei Caduti Tarentini ” non potè fare a meno di attenersi a due principi:
a) Risalire alle tradizioni di Taranto, Regina della Magna Grecia
b) Creare un’ altare dove i contemporanei ed i venturi potessero recarsi, in devoto e mesto pellegrinaggio, ad alimentare la fiamma del ricordo e della riconoscenza verso coloro che s’immolarono per la Patria”.

Lo scultore, quindi, per rievocare la grandezza della città magnogreca, pensò di collocare, sulla parte anteriore del grande pilastro marmoreo, la statua della Nike alata, sostenuta da un’imponente colonna dorica, simile a quelle del tempio di piazza Castello; ma “questo sarebbe restato un freddo rifacimento accademico, se non fossero stati collocati, intorno alla Nike, i nuovi Creatori della grandezza d’ Italia”.

Alla base della colonna dorica c’è il gruppo scultoreo che rappresenta l’Apoteosi dell’Eroe ferito, sorretto da due compagni d’armi; sul piedistallo un’iscrizione: “FORTI NELLA VITA EROICI NELLA MORTE NELLA STORIA ETERNI – TARANTO MADRE IV NOVEMBRE MCMXXX ”

Sul versante opposto troviamo, in alto, Atena, dea della guerra, che con la mano destra mostra una piccola Vittoria alata, con la sinistra impugna verso il basso una spada. Tutt’intorno un gruppo statuario che rappresenta il popolo; più in basso, sulla prua di una antica galea romana, l’Eroe del mare, detto Aquilifero, nell’atto di lanciare in volo un’aquila che avrebbe portato i segni della forza e della grandezza di Roma ai lontani confini dell’Impero, passando per Taranto, scalo sicuro e più prossimo all’Oriente.

Alla base di questo gruppo scultoreo, sul piedistallo si legge: “EX ROSTRIS AD GLORIAM ITALICA
VIRTUS” (Dai rostri alla gloria il valore italico).

Sulle fiancate del pilastro sono riportati i nomi dei circa 500 tarantini caduti in guerra. Il Como racconta inoltre che per conseguire il secondo obiettivo, cioè creare, secondo la tradizione greca e romana, un’ ara dei profumi, “ ha svuotato il piedistallo del monumento, allo scopo di dargli un’anima e una fiamma che vi ardesse dentro”, pertanto sull’altare, alta poco più di un metro, “arderà una lampada di bronzo che sarà alimentata dall’olio che vi porteranno coloro che vorranno onorare la memoria degli eroi caduti”.

Realizza dunque una piccolissima cappella di forma circolare, rivestita di preziosi mosaici, ideati
dallo stesso Como ed eseguiti dal cav. Evandro Monticelli, di Roma. L’accesso è possibile mediante due robuste porte in ferro battuto; all’interno, su una delle due porte, una grossa lapide in marmo riporta il bollettino dell’Armata Navale firmato da Thaon Di Revel.

Sull’altare si leggono la data storica di riferimento, MCMXV – MCMXVIII e due scritte in lingua
latina:
 PRO TERRESTRIS PATRIAE FELICITATE GLORIOSE CERTANTES (combattendo
gloriosamente per la felicità della Patria terrena)
 PATRIAE SIBI COELESTIS GLORIAM FELICITER PARAVERE (conquistarono felicemente la
gloria della Patria celeste)

Fra le due scritte, una spada racchiusa in una corona di ulivo, simboli di pace e di fede. Sulla parete  opposta, ai piedi di tre aquile si leggono le seguenti parole “ITALIA QUI GIUNSE VENDICANDO IL SUO NOME E IL DIRITTO”

 Riferimenti bibliografici
G. Peluso “Una città, un monumento”, Mandese Ed., Taranto 1984
G. Peluso “Storia di Taranto”, Scorpione Ed.,Taranto 1991
P. Massafra – F. Carrino “Il Centro Storico di Taranto: il Borgo”, Scorpione ed., Taranto 2004

IL SACELLO OGGI 2023

L'altra opera in città dell'artista tarantino

La Madonnina in Piazza Maria Immacolata, già Piazza Giordano Bruno

Telerama ha seguito con un servizio dedicato l'evento

Il racconto fotografico a cura di Mino Lo Re

Visita guidata dalla prof.ssa Alba Nigro al monumento ed al sacello.

Le Lettere di Francesco Paolo Como a Ettore Ferrari

Un contributo documentario alla vicenda del Monumento ai caduti di Taranto

a cura di Stefania Castellana

L'intervento di ripristino dell'Aquilifero nel 1993

Le foto che hanno fatto la storia del monumento

A cura di Davide Cardellicchio e Carlo Mancino

2 Replies to “Il cinquantenario dalla morte di Francesco Paolo Como”

  1. Da donna di questa città devo ringraziarti per il tuo continuo impegno portato avanti con mirabile zelo. Queste immagini esprimono i sentimenti umani, la sofferenza, il senso della patria vissuti nella guerra, più delle parole e delle relazioni. I particolari delle immagini rendono gloria ad un monumento che tutti noi sappiamo presente nella città, abbiamo “vissuto” passandoci e/o incontrandoci con amici nell’area circostante, ma che di fatto non conosciamo.

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