Il Parco Archeologico delle Mura Greche con gli alberi appena piantati

Questa mattina siamo andati nuovamente nel Parco Archeologico delle Mura Greche per renderci conto dei lavori in corso al fine di realizzare una foresta urbana. Il progetto prevede, che la ditta Arbolia in collaborazione con Wind Tre e il Comune di Taranto, attui la messa a dimora di oltre 1000 alberi di differenti specie arboree alte circa 2-2,5 metri, tra cui leccio, bagolaro, pino domestico, platano, albero di giuda, e arbustive alte circa 1-1,25 metri, tra cui corbezzolo, lentisco, scotano alloro, ilastro comune, agnocastro. L’iniziativa prevede anche la manutenzione del nuovo polmone verde urbano per i primi due anni sempre a cura della ditta Alboria.

La motivazione che ci ha spinti a questo primo sopralluogo è stata quella non solo archeologica considerando, che in questo enorme spazio urbano, sono presenti potenzialmente reperti archeologici, che raccontano parte della millenaria storia della Città Spartana, di TARAS, TARENTUM ma anche quella che gli spazi occupati dagli alberi, potrebbero precludere le manifestazioni tipo quella del “CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO LIBERO e PENSANTE“. https://www.facebook.com/unomaggiotaranto/videos/923533764760502

Uno scatto di coloro che non delegano ma partecipano alla lotta libera e pensante per TarantoLibera dalle industrie inquinanti https://www.facebook.com/DiodatoOfficial/videos/317422385897246

Questa iniziativa arborea, lo vogliamo scrivere in maniera chiara, non risolve e ne attenua l’impatto ambientale, che subiamo h24 attraverso pericolosi inquinanti, che ammorbano da oltre 60 anni la nostra meravigliosa città. Infatti pur condividendo l’aspetto ambientale che una foresta urbana può produrre, rimaniamo molto scettici sul futuro se non si CHIUDONO LE FONTI INQUINANTI.

l’Attore tarantino Michele Riondino
I Giovani che hanno partecipato ai vari concerti del PRIMO MAGGIO TARANTO

Rivolgiamo un pensiero indelebile ad una persona che ha amato moltissimo la nostra città: NADIA TOFFA. Il suo amore per Taranto in questo video. https://www.facebook.com/unomaggiotaranto/videos/216162012482680

Inseriamo anche un ricordo indelebile di una persona che amiamo: NADIA TOFFA
https://www.facebook.com/unomaggiotaranto/videos/216162012482680

Dalla rete vogliamo condividere uno dei commenti, che circolano in queste ore e che sono il termometro attivo di una situazione, che continua ad essere abbastanza surreale e drammatica da molti punti di vista. Scrive sul suo profilo FB Giovanni Raimondi https://www.facebook.com/gion.raimondi

Giovanni Raimondi

” 1. La retorica della “resilienza e rinascita” ha rotto il cazzo, ci ha ammorbato quanto i fumi dell’E312. Non se ne può più, basta. Spacciare per battaglia vinta il progetto “green belt” è come appendere un “Arbre Magique” in cima all’E312 e annunciare la svolta nella lotta all’inquinamento. Per intenderci l’area verde del parco archeologico a regime, permetterà di assorbire fino a 258 tonnellate di CO2 in 20 anni, quasi tredici tonnellate all’anno quindi nella città che con 12 milioni di tonnellate annuali di CO2 prodotta è la capitale d’Italia delle emissioni di gas serra, soltanto la Lombardia (16,9 milioni di tonnellate) e la Sicilia (15,1 milioni di tonnellate) superano le emissioni della città tarantina. 2. L’idea di un parco archeologico alberato onestamente mi piace, un’area della città praticamente sconosciuta fino al 2013 potrebbe diventare un polmone verde a disposizione dei cittadini. Peccato che il parco sia famoso in tutt’Italia ( e non solo ) per l’UNOMAGGIO LIBERO E PENSANTE, ma questo è un “problema” risolvibile.

Un’amministrazione attenta avrebbe però dovuto valutare anche quest’aspetto, magari interpellando anche per qualche semplice feedback gli organizzatori ma evidentemente l’ex amministrazione non considera l’evento come una risorsa del territorio. Eppure non sarà al livello del cartellone di eventi estivi della “Città dei festival” ma qualche artista interessante su quel palco è salito. Non avrà portato in città i milioni di appassionati e turisti della SAIL GP ma qualche misera centinaia di migliaia di spettatori dal 2013 al 2019 si sono comunque ritrovati in quel parco a cantare e ballare nella polvere, sotto al sole e sotto la pioggia. Poco male, non stiamo già iniziando a lavorare sulle alternative, nella foto 1) il prossimo back stage dell’ Uno Maggio Taranto Libero E Pensante.

Nel parco, lo vogliamo evidenziare per completezza, abbiamo potuto constatare un’attività d’ispezione archeologica atta a verificare la presenza o meno del tracciato della REGINA VIARUM: LA VIA APPIA, che da ROMA giungeva a BRUNDISIUM passando per TARENTUM; 609 chilometri di Storia e Bellezza, con buona pace dell’amica archeologa Giovanna Bonivento, che ci aveva evidenziato giustamente il “Periodo Romano” della nostra meravigliosa Città Spartana, fondata nel 706 a.C. dai coloni spartani e con la quale condividiamo il racconto di questi TREMILA ANNI DI STORIA, che poche città al mondo possono vantare.

Abbiamo contattato pertanto un archeologo presente, che ci ha rassicurati circa l’interferenza delle specie arboree sulla potenziale presenza nel sottosuolo di reperti archeologici. Gli scavi sono seguiti da archeologi e quindi dovremmo stare tranquilli almeno da questo punto di vista.

5 Replies to “IL PARCO ARCHEOLOGICO DELLE MURA GRECHE DIVENTA ANCHE POLMONE VERDE DELLA CITTA’ SPARTANA, MA A QUALI CONDIZIONI?”

  1. Sembrerà retorica, ma io penso che piantare un albero, comunque, ha un messaggio di speranza intrinseco e profondo, è un regalo per le prossime generazioni, è un segnale importante di lungimiranza, finalmente. Naturalmente non mi esprimo sulle motivazioni politiche e perché tutto questo sia stato fatto fuori tempo massimo, perché lamentarsene o protestare consoliderebbe l’idea che noi tarantini siamo bravi solo a lamentarci. Sono tante le motivazioni per cui avremmo tutto il diritto di protestare e raramente lo facciamo in modo preponderante. Certo, se c’erano seri motivi per pensare che in quello spazio ci fosse altro da scoprire, e che così si continuerà a nascondere quello che in altri paesi, anche molto più poveri del nostro, avrebbero portato alla luce, c’è davvero da deprecare anche questa piantumazione, ma forse solo degli esperti archeologi ce lo potrebbero dire con certezza, ci potrebbero aiutare per portare avanti una battaglia finalizzata ad effettuare gli scavi. Max, ancora oggi piangiamo perché quella zona meravigliosa (Taranto Croce) che abbiamo visitato insieme qualche anno fa, nella quale una meravigliosa fontana sembrava non aver subìto nessun danno, è stata poi sotterrata, mi pare. A Taranto sono pochissimi i cittadini che veramente amano le proprie origini e la città, in tanti ad approfittare persino delle tragedie per scopi meramente personali. Confido nelle nuove generazioni, chissà, forse qualche giovane tornerà e cercherà di cambiare tutto, sopratutto il sistema tarantino.

    1. Grazie Cinzia della tua nota, questo parco potrebbe essere un inizio di una visione nuova ma resta un imperativo su cui non si può prescindere, la CHIUSURA DELLE FONTI INQUINANTI, se non la facciamo tutto rimane precario e oggettivamente INUTILE in una città che continua a pagare un prezzo altissimo all’Acciaio di Stato. #TarantoLibera

      1. Quella fabbrica deve sparire. È ora di pensare alle nuove generazioni, se vogliamo che la città non diventi una città dormitorio, dove vivono solo anziani e qualche famiglia di operai. I tentativi, seppure encomiabili, dei cittadini che stanno investendo sulle vere attrattive di Taranto, saranno sempre soffocati dalla presenza ingombrante di quella fabbrica. Non si possono imbrogliare i turisti che oggi sono molto diversi da quelli di una cinquantina di anni fa, prima di partire si informano e cercano l’esclusività, come noi raccontavamo nei tour conoscitivi del progetto Taranto, la città Spartana. Quindi, chiudiamo quella fabbrica e ricostruiamo il futuro per i nostri giovani.

  2. Il problema del verde al Parco Wuilleumier è anche legato alla presenza sotterranea di acquA che si è rivelata salata, motivo per cui già in passato si era constatato che la vegetazione siffriva e moriva. Inoltre trattandosi delle mura classiche di V sevolo a. C. con le porte andrebbe ricercato e messo in luce il circuito murario con scavi programmati secondo le intenzioni del compianto soprintendente Felice Gino Lo Porto. Soero che la piantumazione rispetti il tracciato murario della Taras spartana.

  3. E’ solo un palliativo, che non ridurrà l’inquinamento atmosferico se non si chiudono le fonti inquinanti. Dal punto di vista del paesaggio sarà un bel colpo d’occhio, se rispetta le evidenze archeologiche, ma anche quelle non ancora evidenti. Resterà il problema della manutenzione degli alberi nei primi anni e la sistemazione di viottoli per le passeggiate, giacché quel terreno, che conosco bene, con le piogge diventa fangoso.

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